L’incanto delle Fiandre tra i grachten di Bruges

L’incanto delle Fiandre tra i grachten di Bruges

Esistono i luoghi perfetti? Sì, il mondo ne è pieno. Oggi voglio mostrarvene uno, e raccomandarvi di visitarlo quando vi troverete in Belgio. La città che vi racconto è Bruges, patrimonio dell’UNESCO dal 2000. Se mi chiedeste qual è la cosa che ricordo meglio di questa città delle Fiandre Occidentali, a parte la sua aria austera e curata, risponderei “le cuberdon”, le caramelle di gomma arabica dure fuori e gommose dentro. A Bruges si dice che la ricetta sia di un membro del clero locale – cuberdon è proprio il cappello del prete. A Gand invece pensano che la ricetta sia del loro farmacista De Vynck, che conservava così le droghe dopo aver notato la cristallizzazione degli sciroppi. Non pensate che i troppi zuccheri mi abbiano dato al cervello, le caramelle coniche di Bruges, esposte una sull’altra in piramidi che compongono vetrine progettate con perizia, rispecchiano perfettamente il suo genius loci. Devo dire di non essere una cultrice del Belgio. Troppo cupo, per i miei gusti. Ma per questa città faccio un’eccezione. L’ho trovata incantevole in ogni angolo.  E poi ha dedicato un museo alle patatine fritte, il ché è tutto dire!

Passeggiare senza impegni per Bruges è il modo migliore per godere la città. Il centro storico medievale è circondato dai Grachten, nome olandese dei Reien, i canali. Vi segnalo, tra le molte bellezze che la rendono unica, il carillon del Beffroi di Bruges, la torre civica che contiene ben 47 campane. Col sole o con la pioggia, girare tra i viali alberati, entrare alla Chiesa di Nostra Signora – dove si trova la scultura della Madonna col Bambino di Michelangelo – o visitare il Groeningemuseum con le sue opere di Hieronymus Bosch e altri pittori, è sempre bello. Le quattro porte che circondano la città, KruispoortGentpoortSmedenpoort e Ezelpoort, danno un senso di protezione e mi hanno fatto sentire abbracciata. Ricordo di avere fatto una strana foto. Ho fotografato una crepa su un muro, a dimostrazione che anche a Bruges si potesse trovare un’imperfezione. Ma credetemi, non è facile. La cura dei luoghi è assoluta.

Io e marito abbiamo raggiunto la stazione partendo da Bruxelles, con un viaggetto di circa un’ora e mezza. Le vie pianeggianti permettono di girare facilmente in bicicletta. Alla stazione ne vedrete moltissime, ammassate vicino alle aiuole. Questo per me è rimasto il vero mistero di Bruges: come fa il primo che lascia la bici a riprenderla, dopo che gli altri 50 hanno lasciato sopra la loro? Questi sono quesiti destinati a rimanere senza risposta. Speriamo in una puntata di Voyager.



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